La Sardegna ospita sul suo territorio antichi e imponenti monumenti architettonici connessi con l’ancestrale culto dell’acque. Si potrebbe pensare che trattandosi di un’isola questo culto sia espressione della potenza delle acque marine, in realtà a venerare l’acqua erano i pastori presenti nell’entroterra sardo: in questi luoghi, soprattutto in estate, l’acqua era poco presente e per questo sorgenti e pozzi venivano considerati sacri per la sopravvivenza di uomini e animali. Tra i luoghi legati al culto dell’acqua c’è Su Tempiesu, un pozzo sacro che si trova nelle campagne di Orune in provincia di Nuoro.
Su Tempiesu e la sua fonte:
Scoperta casualmente nel 1953, la fonte sacra di Su Tempiesu è un esempio di architettura nuragica di eccezionale importanza: a differenza delle altre fonti sacre, presenta ancora la copertura. Un tempio a pozzo edificato in opera isodoma con conci di trachite e basalto che risale all’età del Bronzo recente (XIII secolo a.C.) e frequentato sino all’inizio dell’età del Ferro (IX a.C.). La struttura è alta circa sette metri ed è costituita da un vestibolo, una scala e una cella a protezione della fonte. Sulle pareti laterali ci sono dei banconi e sulla muratura degli stipetti destinati alle offerte. La scala conduce a una piccola camera a tholos con al centro una fossa di decantazione, decoravano il tetto venti spade votive in bronzo. Anche altri ex voto sono stati rinvenuti, perlopiù gioielli, pugnali, spilloni e statuine di guerrieri. Nei periodi di piena l’acqua scorre dal pozzo principale che si trova nel vestibolo a un secondo pozzo, attraverso una canaletta. Riprodotto in scala minore rispetto al principale, il secondo pozzetto è dotato di un gocciolatoio dove sono stati trovati la maggior parte degli oggetti votivi. Un luogo sacro capace di regalare momenti unici ai suoi visitatori tutto l’anno, ma in particolare nel giorno del solstizio d’estate quando Su Tempiesu è perfettamente allineato con il nord-est e la prima luce del sole illumina fino all’interno la camera circolare che ospita la fonte sacra.
Si arriva alla fonte sacra seguendo un percorso botanico di circa 800 metri. Dalla struttura ricettiva si scende di circa 130 e ad accompagnarvi ci saranno vari profumi: mirto, corbezzolo, lavanda selvatica e lentisco. Durante il tragitto sono presenti anche delle panchine da cui ammirare il Monte Albo e il mare. La via di ritorno, sempre di 800 metri, è in salita; ma questa volta gli animali saranno i vostri compagni di viaggio: volpi, martore, gatti selvatici, poiane e varie specie di volatili, tra cui l’aquila. La zona del comune di Orune è ricca di testimonianze del popolo nuragico, come la fonte sacra di Su Lidone e quella di Lorana, i nuraghi di Santa Lulla, Nunnale, Su Pradu, Galile, Curtu, Ederosu, Serra de Mesu, Ila Ila e il villaggio nuragico di Sant’Efis.
Photo Credits:
Foto di FIRSTonline da Pixabay
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