La lavorazione del pane in Sardegna è un’arte, una tradizione antica che affonda le sue radici nel passato più remoto. La ritualità legata alla lavorazione del pane è stata tramandata di generazione in generazione: la padrona di casa aiutata dalle figlie, dalle donne di famiglia e spesso dalle donne del vicinato, preparava la pasta che poi veniva confezionata in forme, cotta e decorata; fasi quest’ultime che erano affidate a tre gruppi femminili ognuno dei quali con una determinata abilità.
Anche se rispetto al passato il numero delle famiglie che prepara il pane in casa si è ridotto, in Sardegna sono ancora molte le persone che preparano il pane a casa nel pieno rispetto delle tradizioni. Il pane simbolo della Sardegna è il sottile “carasau“, ma ogni zona dell’isola ha il suo pane e spesso vengono prodotti pani specifici per celebrare occasioni speciali, come matrimoni, nascite e altre feste religiose. Se ti state chiedendo cosa mangiare durante una vacanza in Sardegna, i pani sardi sono sicuramente una prelibatezza da non perdere, vediamo insieme quelli da assaggiare assolutamente.
I pani tipici della Sardegna:
Il famoso pane carasau è tipico della Barbagia. Si tratta di un pane confezionato a sfoglia, sottile e croccante, caratteristiche ottenute grazie alla doppia cottura (detta carasatura). Il pane carasau è conosciuto anche con molti altri nomi propri del luogo in cui viene prodotto: ad esempio a Orani e in altri paesi della Barbagia si chiama “pane lentu o modde” perché si presenta piegato su stesso e più morbido. Un piatto tipico della Sardegna a base di pane carasau è il pane frattau: sulle sfoglie, inzuppate nel brodo caldo e disposte a strati, si versa salsa di pomodoro e si spruzza del pecorino, a cui si aggiunge un uovo in camicia.
Caratteristico dell’Ogliastra è il pane pistoccu: sfoglie piccole e spesse di pane duro che si conserva inalterato anche per mesi grazie alla doppia cottura. Molto probabilmente è il tipo di pane più antico prodotto in Sardegna e lo si può gustare anche sul versante opposto, in Montiferru, Marghine e Planargia. Può essere mangiato asciutto oppure un po’ ammorbidito dall’acqua da accompagnare a prosciutto, pancetta, guanciale, pecorino e casu axedu.
Un altro pane fine, ma molto più soffice, è la spianata di tipica di Ozieri. Anche in questo caso, esistono differenti varianti: a Busachi e Bonorva si chiama su zichi mentre nel Logudoro sa fresa. Sa corona è un pane a pasta dura tipico della zona che comprende i comuni di Scano Montiferro, Cheremule, Gonnosfanadiga e Bono.
Il pane più diffuso nella Sardegna del sud è civraxiu, ossia su pani mannu del Campidano, nello specifico di Sanluri. Molto famose sono anche le varianti di Giba e Santadi, nel Sulcis. La versione più piccola del civraxiu in alcuni paesi diventa su moddixi o moddizzosu (mangiato di pane di domenica o alle feste).
Esiste poi una variante nera (nieddu) che anticamente era il pane dei contadini e per questo era considerato il “pane dei poveri”. Anche in Logudoro, verso il nord della Sardegna si può trovare una variante del civraxiu qui chiamato pane tundu. Tipico della zona è il pane sottile e forato detto pane segadu, le cui varianti sono sa loriga (anello), tipico di Villaurbana e sa moddighina di Tramatza. Altro pane simile al civraxiu è sa costedda, simile al civraxiu, da mangiare fresco o ripieno con ricotta, olive, pomodoro e uva passa. Prelibatezza del Nuorese è il pane con ciccioli di maiale ” pan’e gherda“.
Ma il pane pregiato per eccellenza è su coccoi, caratteristico di Fordongianus e Urzule. Preparato con la semola è il pane delle ricorrenze: alcuni sono usati per celebrazioni religiose, per esempio su pane e sposos (degli sposi). Durante le feste si preparano Is coccois pintaus, dei pani decorati a foglie o a cresta (Is coccois de pitzus). Alcuni pani, poi, assumono la forma di rotolo (imboddiada), di bambina, di collana, di chiave, di fiore, di rose e molte altre ancora.
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