Se vi state chiedendo cosa vedere durante una vacanza in Sardegna occidentale, siete nel posto giusto! Tra le regioni più affascinanti di questa zona della Sardegna, c’è il Montiferru-Sinis i cui confini sono segnati a nord dal massiccio del Montiferru e a sud da una delle cornici naturali più belle dell’isola: la Penisola del Sinis. Sul versante sud-orientale del Montiferru a circa 500 m di altitudine, si trova il piccolo borgo di Santu Lussurgiu, abitato da poco più di duemila abitanti, in passato roccaforte feudale e centro culturale tra i più rinomati dell’isola.
Il borgo di Santu Lussurgiu:
Santu Lussurgiu è il classico borgo caratterizzato da vie acciottolate e case in pietra a torre, incastonato all’interno di un paesaggio di rocce e boschi di lecci, che però a differenza di molti borghi della Sardegna ha saputo conservare pressoché intatto il suo centro storico a forma di anfiteatro con apertura a mezzogiorno, struttura di origine vulcanica che lo protegge e ripara dai venti dominanti. Sebbene i primi insediamenti umani risalgano al periodo prenuragico, il primo nucleo abitativo di Santu Lussurgiu sorse intorno all’anno Mille attorno al Santuario di San Lussorio (l’attuale chiesa di Santa Croce), da cui deriva appunto il nome. Durante l’epoca giudicale il borgo di Santu Lussurgiu fece parte prima del giudicato di Torres e poi di quello di Arborea. Nel 1478 giunsero a Santu Lussurgiu i frati Minori Osservanti e, in particolare, San Bernardino da Feltre, per volontà dei quali vennero edificati sia il convento che la chiesa di Santa Maria degli Angeli. Ma fu soprattutto con i moti antifeudali (1796-1803) guidati da Giovanni Maria Angioy di Bono, che il nome di Santu Lussurgiu divenne celebre su tutta l’isola. Secondo le testimonianze dell’epoca, Santu Lussargiu divenne meta ambita di studiosi e letterati che contribuirono a diffondere da qui su tutta l’isola gli ideali della Rivoluzione Francese, tanto che gli abitanti di Santu Lussurgiu si schierarono tutti insieme al grido di Procurade ‘e moderare, Barones, sa tiranni!” (Cercate di moderare, o Baroni la vostra tirannia!) contro le prepotenze dei feudatari e del regno Sardo-Piemontese. A metà Ottocento, grazie ad alcuni lasciti importanti, venne istituita una scuola gestita prima dagli scolopi e poi dai salesiani, che divenne uno dei centri culturali più importanti della Sardegna, frequentata da illustri uomini, tra cui Antonio Gramsci.
Il borgo è sicuramente il luogo più rilevante a livello storico-artistico: qui si trovano sei chiese, tra cui la chiesa di Santa Croce, attorno cui sorse il primo nucleo abitativo e la chiesa della Madonna degli Angeli, in stile tardo gotico-aragonese. Per conoscere meglio storia, cultura e tradizioni degli abitanti di questo incantevole borgo tappa obbligatoria è il Museo della tecnologia Contadina, situato Museo della Tecnologia Contadina, situato nei locali del Centro di Cultura Popolare U.N.L.A., in un’antica casa padronale del XVIII secolo. Dalla terrazza panoramica ricavata sull’affioramento roccioso di Sa Rocca, è possibile ammirare l’intero centro storico e il paesaggio circostante: qui troverete una statua del Cristo del Sacro Cuore realizzata in vetroresina dall’artista Edgardo Mugnoz. A sei chilometri da Santu Lussargiu si trova la frazione di San Leonardo di Siete Fuentes, risalente al XII secolo. Le origini di questo villaggio fantasma non sono note, ma sicuramente antecedenti a quelle di Santu Lussargiu. L’unico edificio presente oggi è la chiesa di san Leonardo, in stile misto romanico e gotico del XII secolo, e dedicata a Leonardo di Noblac. Attorno alla chiesa si raggruppano le Muristene, antichi alloggi per pellegrini, monaci o mercanti, il tutto all’interno di un parco di lecci, querce secolari e castagni, dove è possibile fare delle passeggiate immersi nella più totale quiete che solo un bosco sa regalare.
Photo credits:
Foto di Sailko da Wikimedia Commons
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